di Mario Abis – Presidente di Makno
Il 45% degli under 40 vive in una casa di proprietà, una percentuale lontana dalle statistiche nazionali che vedono l’80% degli italiani vivere in una casa di proprietà. Più alta la percentuale di chi vive in affitto (23,2% contro 20% in media nazionale), in parte perché ancora studente. Da sottolineare, comunque, che oltre il 31% dei giovani vive con i genitori o con altri congiunti in parte perché non hanno ancora concluso il ciclo di studi, in buona parte perché scoraggiati dalle limitate opportunità offerte dal mercato del lavoro, inadeguate in numero e spesso disallineate rispetto a formazione e competenze acquisite, e dall’assenza di politiche di welfare per i giovani che porta gli italiani non andare via da casa prima dei 30 anni.

Anche nell’acquisto della casa i genitori o altri parenti hanno ruolo rilevante aiutando, in prevalenza a titolo gratuito, i giovani ad acquistare casa, anche se la maggioranza di loro lo ha fatto accendendo un mutuo che, nei due terzi dei casi, è a tasso fisso. La formula più utilizzata (55% dei casi) è quella del “mutuo prima casa”, ma oltre un quarto degli under 40 ha usufruito nell’ultimo decennio di un mutuo a tasso agevolato vincolato all’età del richiedente. Da sottolineare comunque che la difficile situazione economica del Paese e le difficoltà incontrate dai giovani nell’ingresso in un mercato del lavoro stabile hanno fatto sì che la percentuale di mutui erogati a persone sotto i 36 anni sia passata dal 37,9% nel 2011 al 28,9% nel 2022.
Il mutuo è stato per lo più scelto ed ottenuto informandosi presso uno o più istituti di credito (oltre il 47% dei casi) o direttamente e solo chiedendo alla propria banca di fiducia (29,4%) – probabilmente quella dei genitori – confermando l’ancora scarsa dimestichezza sia con figure di consulenza, quali i broker, che con le piattaforme online che confrontano l’offerta di più istituti o propongono l’offerta delle varie banche.

Per la maggior parte dei giovani (oltre l’84%) la possibilità di accedere ad un mutuo a tasso agevolato ha avuto un ruolo non secondario nella decisione di acquistare e/o di ristrutturare casa: per più del 47% ha avuto una discreta importanza, valutata tra 7 e 8 in una scala fino a 10. Il mutuo è stato determinante per quasi un quarto dei giovani proprietari: nella decisione di acquistare casa l’accesso ad un mutuo a tasso agevolato è stato decisivo per il 23,5% di loro, tanto da avere una valenza tra il 9 e il 10 nella suddetta scala.
Per i giovani la casa è soprattutto “un posto comodo, dove essere se stessi e rilassarsi” (40,0%), un posto apprezzato con questa funzione soprattutto dagli uomini che, probabilmente, una volta a casa, possono più facilmente staccare la spina dalle incombenze quotidiane. Ma è un aspettato diventato prevalente anche tra le donne per le quali la casa è vissuta come “punto di riferimento della famiglia” in misura decisamente più spiccata rispetto agli uomini, ma con una valenza di comodità, relax ed espressione di sé che prevale sul tradizionale ruolo esclusivamente proiettato sulla famiglia. Comodità e affetti sono completati dal senso di sicurezza che la casa offre e per cui è vissuta come porto sicuro e protezione rispetto all’esterno. Sorprende un po’ che l’identificazione della casa come rifugio sia di gran lunga più frequente tra gli uomini che tra le donne: i primi, infatti, sono oltre 53% di chi pone questa funzione al terzo posto nella classifica delle caratteristiche della casa più apprezzate.

Sempre per un 30% dei giovani la casa è poi “un luogo piacevole per sé” e diventa poi, per un quinto di loro, il “luogo di libertà”. E se ad apprezzare la casa come comfort zone sono soprattutto gli uomini (56% circa tra chi la indica come caratteristica importante), le donne sono invece in netta maggioranza (quasi il 56%) tra chi vive e sente la casa come “luogo di libertà” dove cadono le costrizioni e gli obblighi e dove, soprattutto, posso esprimere i loro gusti, la loro identità, il loro stile: tra chi apprezza la casa come rappresentazione della propria identità, le donne sono infatti oltre il 58%.
La precarietà e l’incertezza dei tempi vengono scaricate sulla casa da meno del 20% dei giovani che considerano la loro attuale situazione abitativa come un momento legato alla situazione contingente e che potrebbe ambiare in modo non problematico.
Per i giovani la casa sembra aver perso qualsiasi ruolo nell’affermazione di sé verso gli altri, nell’ostentazione di un certo status e la casa non è neppure più il luogo privilegiato della socialità: amici e conoscenti si vivono fuori, in altri contesti. Non a caso le tante indagini fatte durante e dopo le restrizioni imposte dal Covid-19 hanno indicato tra gli obblighi più gravosi l’impossibilità di frequentare gli amici accostata per lo più all’impossibilità di frequentare bar, ristoranti e altri luoghi di divertimento e condivisione.

Il tema della sicurezza associato alla percezione della casa diventa dominante nell’esprime la sua importanza e il suo valore quando si parla di proprietà che è “molto importante” per l’83% degli under 40: l’abitazione in proprietà, infatti, dà stabilità (53%); è fondamentale per avere una famiglia (19%); è un forte desiderio che le condizioni socioeconomiche rendono per ora irrealizzabile. L’affitto non riesce ad essere apprezzato: solo il 6,3% preferisce la flessibilità e la libertà di muoversi offerti dalla locazione. La proprietà come fonte di stabilità è ricercata e apprezzata soprattutto dagli uomini (oltre il 52%), mentre per le donne diventa fondamentale se nella prospettiva di mettere su famiglia (55,2%).
Nel fare i conti con l’impegno legato alla proprietà della casa, una larga maggioranza (85,4%) degli under 40 ritiene (vorrebbe) che l’incidenza della rata del mutuo o dell’affitto sul reddito mensile fosse inferiore al 30%. Per il 42% sarebbero sostenibili rate e canoni inferiori al 20% del reddito: incidenza decisamente inferiore al ‘famoso’ un terzo considerato ragionevole dalle banche che concedono mutui.

Sembrano invece più realistici − o, semplicemente, ne hanno una esperienza più diretta – sull’ammontare delle spese di gestione e di manutenzione della casa: il 44% indica come ‘accettabile’ un’incidenza compresa tra il 6 e il 10% del reddito.
L’investimento nell’abitare continua ad avere un’aurea di sicurezza: lo considera infatti “una sicurezza per la famiglia” anche il 39% dei giovani e, per quasi un quarto, l’acquisto della casa è il “miglior investimento possibile”, “il più sicuro” tra gli investimenti per un altro 23%. La percezione, e l’apprezzamento, della sicurezza mettono in secondo piano le rigidità, in termini di possibilità di disinvestimento e di ammontare di spese, legate alla proprietà. Alle attuali incertezze che dovrebbero far propendere verso forme di investimento più flessibili, anche i giovani continuano a vedere nella casa la fonte della propria sicurezza.
Rispetto ai loro genitori, c’è un fattore nuovo, diverso che caratterizza la scelta dell’abitazione: al primo posto − con una importanza quotata al 7,6 in una scala da 1 a 10 – i giovani mettono la classe energetica dell’immobile, ribadendo l’ormai consolidata sensibilità non solo verso la sostenibilità ambientale, ma anche a quella economica. Ed è probabilmente pensando proprio al risparmio in bolletta che oltre il 45% degli under 40 sarebbe disposto a spendere anche il 10% in più in fase di acquisto dell’abitazione e quasi il 17% arriverebbe a pagare fino al 15% in più. Più tradizionali gli altri fattori che si pongono allo stesso livello della classe energetica. Ottengono un voto superiore al sette e mezzo anche la distanza/accessibilità al lavoro/studio e la presenza di un garage o di un posto auto. Sopra al sette anche la vicinanza ad aree verdi – la loro presenza è apprezzata in oltre il 41% dei casi − e la dotazione di un sistema di sicurezza a protezione dell’abitazione. Gli spazi ‘pubblici’ − dalle piazze ai centri commerciali, alle aree verdi… − ottengono in genere la sufficienza, ma non fanno impazzire: fa piacere se ci sono, ma non sono indispensabili e non influenzano la scelta della propria abitazione. Lo sostiene circa un giovane su cinque. I fattori meno rilevanti sono la presenza di servizi condominiali per il tempo libero e di una portineria che non arrivano neppure alla sufficienza.

La casa è un valore fondamentale nel vissuto dei giovani: nell’averla e nel volerla avere. La sicurezza e la protezione ne costituiscono il portato centrale, per se stessi e come implicita difesa dall’esterno. Gli elementi di caratterizzazione estetica della casa, quelli che trasformano la casa nella bella casa dei desideri, in crescita nel passato anche recente, sono sfumati, in secondo piano… La casa è una necessità!