I dati diffusi in questi giorni dall’Istat segnalano un lieve incremento della produzione nelle costruzioni in marzo su febbraio (+0,1%) e nel primo trimestre 2023 rispetto al quarto 2022 (+1,1%). Quindi va tutto bene? “No, purtroppo. A bene vedere i numeri dell’Istat raccontano un’altra storia, per cui c’è poco da esultare”. La dichiarazione è di Giovanni Pelazzi, Presidente di Argenta SOA – una delle principali società che certifica le aziende per la partecipazione alle gare pubbliche – in occasione della presentazione delle elaborazioni fatte dal Centro Studi di Argenta SOA sui dati ISTAT sulla “produzione nelle costruzioni”. “L’incremento dell’attività nelle produzioni – ha dichiarato Pelazzi – è spiegato esclusivamente da un effetto trascinamento ereditato dal trimestre precedente. Se si osserva infatti il livello dell’indice di produzione in marzo (137,7), si nota che è sostanzialmente in linea con quello di dicembre (137,5). Quindi l’attività, di fatto, è rimasta piatta nel primo trimestre di quest’anno e l’incremento rilevato nel primo trimestre è solo una questione aritmetica“.
Difficilmente il mercato ripartirà prima di uno o due anni
Ma c’è di più. Secondo Pelazzi, l’Istat ha comunicato di avere rivisto al ribasso di ben 1,2 punti percentuali la variazione della produzione industriale di febbraio, che adesso è quasi piatta a fronte di un incremento comunicato il mese scorso dell’1,5 per cento. “Sono dettagli tecnici, ma servono per capire più chiaramente il contesto nel quale opera il settore edile e bisogna conoscerli per potere decifrare meglio la realtà descritta dai numeri”. Pelazzi continua l’analisi: “Il susseguirsi di incertezze e di speranze che ha animato il dibattito nei primi mesi dell’anno intorno alla questione del Superbonus e della cessione dei crediti evidentemente ha spaventato le famiglie e frenato la domanda, anche a causa del forte aumento del costo del credito per l’acquisto di abitazioni e per finanziare i lavori edili. Si potrebbe trattare di una pausa temporanea, visto che le valutazioni degli imprenditori del settore sugli ordini e sui piani di produzione sono in miglioramento per il trimestre primaverile. Tuttavia, bisogna anche tenere conto che sul “nuovo” le difficoltà sono destinate a rimanere almeno per il resto dell’anno, ovvero fino a quando il costo del credito per le famiglie e le imprese non scenderà. Tenuto conto delle prospettive di crescita dei tassi Bce anche nei prossimi mesi, difficilmente il mercato potrà ripartire in maniera vivace prima di uno o forse anche due anni“. “Resta il supporto del PNRR che, almeno nelle valutazioni originarie, secondo stime Ance-Confindustria impatta sul settore per circa 108 miliardi di euro (sui 222 totali), di cui 42,9 miliardi per i progetti in essere e 65,1 per nuovi progetti. La possibile rimodulazione delle misure del PNRR rappresenta, però, una nube all’orizzonte sulle prospettive di crescita del settore edile”, conclude Pelazzi.