A Milano l’aumento dei prezzi delle abitazioni insieme all’incremento del costo dei mutui registrati nel 2022, hanno reso più difficoltoso l’acquisto di un’abitazione, spingendo la domanda verso la locazione e trascinando al rialzo i canoni di affitto. Secondo il Rapporto La casa in locazione in Italia e in Europa – Focus Milano e Lombardia presentato a in questi giorni Milano da Scenari Immobiliari e Abitare Co, per il 2022 si stimano infatti 73.800 nuovi contratti di locazione, in crescita del 7% sul 2021 e del 25% sul 2019. Le abitazioni con nuovi contratti di locazione rappresentano poco più del 21%, delle quali quasi 345.000 potenzialmente disponibili, per un monte canone annuale complessivo di più di 845 milioni di euro e una superficie di circa cinque milioni di metri quadrati.
Rendimenti del 5% per la locazione tradizionale
La superficie media delle unità abitative locate nel 2022 è pari a poco più di 67 metri quadrati con un canone medio mensile di circa 1.000 euro, che per un monolocale e un trilocale di qualità può arrivare a superare rispettivamente 1.300 e 1.800 euro al mese. Nel solo mese di dicembre, l’offerta di case in affitto è stata di circa 2.800 appartamenti, cresciuti a 3.100 a gennaio 2023, con un tempo medio di circa trentacinque giorni per perfezionare il contratto di locazione e uno sconto sul canone non superiore al 7%, mentre i rendimenti medi variano tra il 3,7% del built-to-rent e il 5% in locazione tradizionale.
Maggiori profitti per i contratti di lungo periodo
A Milano il canone medio più elevato si registra per i contratti ordinari di lungo periodo (quasi 1.000 euro al mese per un appartamento di circa 67 mq), mentre quello più basso interessa i contratti agevolati concordati (poco più di 750 euro per un appartamento di 75 mq), in crescita rispettivamente del 2,5 per cento e dell’1,1 per cento sul 2021 e del 7,3 per cento e 15,3 per cento rispetto al 2019. Rispetto a quanto registrato nel 2015 i canoni relativi alle diverse tipologie di contratto, hanno mostrato livelli di dinamicità eterogenei: all’elevata stabilità dei regimi ordinari transitori (più di 850 euro per un appartamento di 65 mq nel 2022 e -0,6% rispetto al 2015) si contrappone una crescita del 15% rispetto a sette anni fa per i contratti agevolati concordati.
Offerta in crescita di 5mila unità
Spostando lo sguardo al futuro, si stima che nel 2030 l’offerta di case in locazione di nuova generazione a Milano, se le operazioni di trasformazione verranno attuate, sarà di cinquemila unità immobiliari, un passo avanti rispetto alla situazione attuale, ma ancora non sufficienti a soddisfare le diverse tipologie di domanda. Roserio, Stephenson, Quarto Oggiaro-Vialba- Musocco, Bovisa, Dergano, Ortomercato, Monluè-Ponte Lambro e Baggio- Quartiere degli Olmi-Quartiere Valsesia sono alcuni degli ambiti urbani che, da oggi al 2030, vedranno aumentare la loro attrattività nei confronti della futura domanda di locazione milanese. “La domanda di affitto è in aumento, i canoni negli ultimi diciotto mesi hanno subito un’evidente accelerazione, più 3,5 per cento. E non dovrebbe stupire considerando che la città è tornata a superare gli 1,4 milioni di abitanti, di cui circa 280 mila stranieri, a cui si aggiunge una parte in continuo cambiamento. A questa costante evoluzione demografica contribuiscono gli oltre 185 mila “domiciliati”, cittadini continuativi non residenti che portano in ogni momento istanze diverse e nuove”, commenta Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari.