Il bilancio 2022 di Coima Res, la società che ha in portafoglio Porta Nuova, si è tinto di rosso. L’esercizio si è chiuso infatti con un disavanzo di 35,5 milioni a causa di una serie di svalutazioni su alcuni immobili, allo stanziamento di imposte differite per 9 milioni, nonché a quasi 20 milioni di costi non ricorrenti nell’Opas, l’offerta pubblica di acquisto e scambio lanciata ad aprile 2022. In assenza di questi costi il risultato sarebbe stato positivo per 8 milioni di euro. Tra le criticità, anche i ricavi degli affitti che sono diminuiti da 41,2 a 35,6 milioni a causa della vendita di un immobile in Viale Sarca e della perdita di due locatari come Bnl e Sisal. Il patrimonio immobiliare del gruppo vale oltre 700 milioni di euro e la componente a uso ufficio (pari all’88,7%) del portafoglio è situata quasi esclusivamente nel capoluogo lombardo, e per oltre il 67% nella zona di Porta Nuova.
La fase post delisting
Coima Res, quotata fino all’agosto 2022 è stata delistata dopo l’Offerta pubblica di acquisto e scambio lanciata dal veicolo Evergreen, promosso dal fondo sovrano del Qatar. L’uscita dalla Borsa è stata propedeutica alla trasformazione in Sicaf (società di investimento a capitale fisso), struttura che gode di un regime fiscale di favore e rappresenta un veicolo attraverso il quale gli investitori italiani e stranieri potranno entrare nel mercato immobiliare italiano. Oggi il gruppo è controllato al 95,6% da Qatar Holding, braccio finanziario del fondo sovrano Qatar Investment Authority. Il fondatore Manfredi Catella, che è anche amministratore delegato, è azionista di minoranza con oltre il 3 per cento.